#90 - Soluzioni Enterprise di AI per creare valore di Business
Descrizione
Oggi si parla di intelligenza artificiale con una realtà storica del settore: expert.ai, azienda italiana che da oltre 30 anni sviluppa soluzioni innovative per le imprese. Quando si iniziava a parlare di AI, era un tema quasi utopico, ma expert.ai ha saputo trasformare quella visione in una solida realtà, affermandosi come leader nell’implementazione di soluzioni enterprise basate sull’AI. L’approccio di expert.ai è ibrido e mette al centro due elementi fondamentali: le persone e i problemi da risolvere, con l’obiettivo di generare valore concreto per le aziende. L’azienda integra le migliori tecnologie disponibili sul mercato con le proprie soluzioni proprietarie, offrendo un mix unico di innovazione e funzionalità. Oggi, approfondiremo questo viaggio nell’AI con Marco Varone, founder e CTO di expert.ai, per esplorare come l’azienda sia riuscita a posizionarsi come riferimento nel panorama italiano dell’intelligenza artificiale.
L’intelligenza artificiale ha origini lontane, risalendo addirittura agli anni ’60, quando, con i primi computer, si cominciò a sognare di emulare capacità umane. In quei tempi, la teoria dominava sulla pratica, poiché le macchine erano ancora troppo limitate. Questo contesto ha ispirato Marco Varone, appassionato di linguistica e informatica, a fondare, insieme a Paolo e Stefano, quella che oggi conosciamo come expert.ai, inizialmente chiamata Expert System. L’obiettivo era ambizioso: creare una via italiana all’intelligenza artificiale, partendo dai sistemi esperti, la tecnologia chiave della prima ondata di AI. Il percorso dell’intelligenza artificiale non è stato lineare, ma piuttosto ciclico, fatto di momenti di entusiasmo e di periodi di grande delusione, i cosiddetti “inverni dell’intelligenza artificiale“. Tuttavia, con il progresso tecnologico, l’aumento dei dati e degli investimenti, l’AI ha superato queste fasi altalenanti, diventando oggi un elemento centrale in quasi ogni processo aziendale. Marco sottolinea che l’AI è ormai qui per restare. Pur potendo affrontare qualche “primavera fredda” o “estate calda” in futuro, non si tornerà più indietro: l’intelligenza artificiale è destinata a evolversi e a consolidare la sua posizione come motore di innovazione per le aziende e oltre.
Basti pensare che fino alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, la parola “intelligenza artificiale” era considerata una vera e propria parola proibita. In quegli anni, l’AI era vista come un fallimento tecnologico, a causa degli scarsi risultati ottenuti, nonostante gli enormi investimenti, specialmente da parte del Giappone. Per questo motivo, expert.ai evitava di usare direttamente il termine, preferendo parlare di “soluzioni intelligenti”, capaci di gestire la conoscenza, automatizzare processi e creare valore per le aziende. In quel periodo, si optava per termini più neutrali, come “intelligente” o addirittura “furbo”, per descrivere tecnologie che semplificavano e ottimizzavano i processi aziendali. L’espressione “intelligenza artificiale” venne reintegrata solo con l’arrivo degli anni 2000, grazie all’esplosione di internet e alla nuova fase di sviluppo tecnologico che ne derivò. Questo segnò una ripartenza per il settore e l’inizio di un nuovo ciclo, in cui l’AI cominciava finalmente a guadagnare credibilità e fiducia.
Expert.ai ha sempre sottolineato un concetto fondamentale: l’intelligenza artificiale esiste e funziona solo grazie all’intelligenza umana. È la guida umana a determinare l’adozione, l’utilizzo, la sicurezza e il rispetto delle regole nell’implementazione delle tecnologie AI. Sebbene i progressi tecnologici e l’aumento della potenza di calcolo abbiano permesso di delegare una parte sempre più grande dei processi all’AI, l’intelligenza umana rimane essenziale, specialmente nella fase finale, che è sempre presidiata da una persona, anche se in misura ridotta per ragioni di efficienza.
La diffusione di GPT e modelli simili non ha cambiato questa visione, ma l’ha confermata. Expert.ai ha spesso dovuto spiegare ai clienti, sia italiani che internazionali, che l’idea di un’AI completamente autonoma e capace di imparare da sola era un mito irrealistico. Al contrario, questi modelli richiedono il contributo umano, sia nell’addestramento che nel controllo. GPT, ad esempio, è stato reso possibile grazie al lavoro di decine di migliaia di persone, che hanno fornito enormi quantità di dati, esempi e correzioni, abbandonando il sogno di un’intelligenza che potesse auto-apprendere senza supervisione. Expert.ai applica da sempre questo approccio, anche se in scala ridotta, rispetto ai grandi player internazionali che possono investire risorse enormi. Questo cambiamento di paradigma dimostra che il successo dell’intelligenza artificiale dipende dalla stretta collaborazione tra tecnologia e contributo umano.
Il vantaggio competitivo non chè il valore che distingue Expert.ai si è dato capacità di risolvere problemi reali e metterli in produzione, un risultato possibile solo attraverso un approccio ibrido. Questo approccio si basa su due pilastri: l’intervento dell’intelligenza umana e l’utilizzo delle tecnologie più adatte, scelte in base alla specificità del problema. Non sempre le tecnologie più avanzate, come la Generative AI, sono la soluzione ideale: se usate in modo esclusivo, possono portare a costi e complessità che compromettono l’efficacia e l’efficienza del risultato. L’approccio ibrido di expert.ai prevede l’uso combinato di diverse tecnologie, calibrate sulla base delle esigenze dei clienti, alcuni dei quali devono elaborare milioni di contenuti al giorno. Questo metodo, affinato in 30 anni di esperienza, ha permesso all’azienda di rimanere competitiva sul mercato e di garantire soluzioni che non solo risolvono problemi, ma lo fanno in modo sostenibile e duraturo.
Un esempio significativo di questa filosofia è il lavoro svolto con clienti prestigiosi come l’FBI, che per anni si è avvalso delle soluzioni di expert.ai nonostante avesse accesso a tutte le tecnologie e aziende disponibili sul mercato. La capacità di expert.ai di affrontare problemi complessi in maniera concreta ed efficace ha rappresentato un valore aggiunto che ha fidelizzato clienti sia in Italia che all’estero, alcuni dei quali collaborano con l’azienda da oltre 20 anni.
Basta pensare che il primo progetto di intelligenza artificiale dei Lloyds di Londra, istituzione di grande prestigio, è stato realizzato da expert.ai, dimostrando l’approccio pragmatico e orientato ai risultati che contraddistingue l’azienda. Il focus principale rimane risolvere problemi legati alla gestione di conoscenza non strutturata, come testi e documenti aziendali, in modo da ridurre complessità e cambiamenti ai processi esistenti. Ad esempio, molte assicurazioni usano le soluzioni di expert.ai per automatizzare l’elaborazione di documenti come CID, certificati medici o foto di incidenti, permettendo agli operatori di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, come valutare i danni o definire i rimborsi. Questo approccio pratico garantisce efficienza e concretezza. Tuttavia, con l’avvento della Generative AI, si osserva una crescente richiesta di progetti di intelligenza artificiale fine a sé stessi, spesso scollegati da reali esigenze aziendali. Questo fenomeno, seppur comprensibile in una fase di trasformazione del mercato, pone il rischio di soluzioni meno integrate e utili. Expert.ai continua a sottolineare l’importanza di partire da problemi concreti per sviluppare soluzioni efficaci e sostenibili.
per più info: https://www.expert.ai
Per la rubrica 4 domande a razzo:
🏆 Miglior consiglio che ti hanno dato: “chiedermi sempre qual è il problema che devo risolvere quando c’è una difficoltà o un passaggio complicato” L’ ho ricevuto, in realtà abbastanza recentemente, qualche anno fa pur avendo una storia lunga. E questo per me è stato qualcosa che negli ultimi anni, nei momenti di grande cambiamento, che aiuta ancora di più sul focus del problema fondamentale da risolvere
📚Libro che stai leggendo: “Pensieri lenti e veloci”, di Daniel Kahneman. È un libro bellissimo sul funzionamento del cervello quando il cervello deve prendere le decisioni. È molto bello perché leggendolo si riconoscono tutta una serie di cose che noi sappiamo e spiega molto bene perché certe decisioni vengono prese velocemente e poi perché ci pentiamo dopo quando abbiamo tempo di rifletterci, e viceversa
🚀 La caratteristica che dovrebbe avere un CEO: “La capacità di ascoltare” Ascoltare attentamente tutti, che siano persone che lavorano con te, che siano clienti, che siano consulenti, che siano altre persone, per me è in assoluto la caratteristica più importante. Io l’ho provato e riprovato in più di 30 anni e sempre funziona.
💡La tua frase ispirazionale: “La parabola dei talenti.” Non è una vera e propria frase, , ma è una parabola del Vangelo di Matteo che dice sostanzialmente che chi ha dei talenti, chi ha la fortuna di avere dei talenti, li ha ricevuti perché è nato, deve assolutamente farli fruttare, deve mettersi in gioco, deve prendere i rischi, deve aiutare gli altri, deve creare senza paura al rischio. E per me questo è stato un po’ quello che mi ha guidato nella mia avventura imprenditoriale da sempre.
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- Marco Varone | Founder expert.ai
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