#88 - L'AI più intelligente e meno artificiale che risponde alle recensioni
Descrizione
Nella puntata di oggi ci concentriamo su due temi fondamentali e attualissimi: intelligenza artificiale e reputazione online, esplorandoli attraverso una soluzione innovativa tutta italiana: Rebyū. Questa startup è all’avanguardia nell’applicazione dell’AI per gestire le reputazioni online, offrendo un servizio che genera risposte professionali, personalizzate e culturalmente sensibili. Ciò significa che le risposte sono perfettamente allineate al tono di voce e all’identità del brand, mantenendo una coerenza comunicativa impeccabile. Il cuore di questa innovazione risiede in una tecnologia avanzata sviluppata in Italia, che consente un alto livello di personalizzazione nei parametri di configurazione. Per approfondire questa rivoluzionaria soluzione, ne parliamo oggi con Simone Puorto, CEO di Rebyū, che ci guiderà alla scoperta di come l’AI possa ridefinire il modo in cui i brand gestiscono la propria reputazione digitale.
Rebyū, che in giapponese significa “recensione”, rappresenta non solo il focus sul mondo delle recensioni online, ma anche una tradizione personale del suo fondatore, Simone Puorto. Il progetto si inserisce in un ecosistema più ampio, con altre startup dai nomi giapponesi, tutte orientate ad automatizzare processi complessi, per restituire centralità all’essere umano. Questo approccio è particolarmente significativo in settori come l’Hospitality, dove il rapporto umano è fondamentale, ed è proprio da qui che l’idea di Rebyū ha preso forma. L’ispirazione per i nomi giapponesi deriva dalla passione personale di Simone per la cultura giapponese, che abbraccia aspetti spirituali, artistici e imprenditoriali. Non si tratta di una strategia studiata a tavolino, ma di una tradizione che riflette la sua visione. Secondo Simone, la lingua giapponese possiede una capacità di sintesi unica, riuscendo a comunicare concetti profondi con poche parole, rendendola perfetta per rappresentare il cuore dei progetti che porta avanti. Questa passione, che lui stesso definisce “giappocentrica”, guida una filosofia che lega tecnologia e umanità in maniera innovativa e distintiva.
L’idea di Rebyū è nata in un contesto inaspettato e quasi ironico. Simone Puorto racconta di una cena con un caro amico sviluppatore, perfetto stereotipo del nerd, che, dopo qualche bicchiere di vino, ammette di avere un problema di “bassa conversione” nelle app di incontri: non riusciva a trasformare i match in appuntamenti reali. Da buoni appassionati di tecnologia, trascorsero l’intera nottata a sviluppare un modello basato su 200 anni di letteratura romantica e un pizzico di “zanza” (l’arte del corteggiamento tipica dell’Emilia-Romagna). Il risultato fu un successo per l’amico, ma Simone non si sentiva eticamente a suo agio nel pubblicare un progetto del genere.
Da qui è nata una riflessione: come utilizzare un modello simile in un contesto più significativo e professionale? La risposta è arrivata guardando al settore dell’hospitality, dove molte aziende faticano a rispondere alle recensioni online in modo appropriato, sia per mancanza di tempo che di competenze. Scrivere una risposta non è solo un esercizio tecnico, ma richiede anche una profonda sensibilità culturale, intellettuale e psicologica. Così, l’idea originaria è stata adattata per creare uno strumento che potesse aiutare le aziende a gestire le proprie recensioni in modo professionale, rispettando il tono di voce e l’identità del brand.
E su questo lavoriamo tantissimo, anche sulla gestione delle risposte alle recensioni può essere vista in due modi principali, spiega Simone Puorto. Da un lato, è un’attività time-consuming, spesso automatizzata già in epoca pre-AI con template di risposte da copiare e incollare. Dall’altro lato, una buona risposta rappresenta un potente strumento di marketing e branding. La rivelazione è arrivata osservando come un hotel cliente ricevesse prenotazioni grazie a storie menzionate esclusivamente nelle risposte alle recensioni, mai riportate su altri canali come sito web o social media. La persona che scriveva quelle risposte è oggi uno dei soci di Rebyū e un esperto di hospitality a livello europeo. Inizialmente, Simone ha cercato di decodificare il suo approccio analizzando tutte le sue risposte. Tuttavia, si è reso conto che mancava un elemento essenziale: l’umanità. Per questo, lo ha invitato a entrare nella società, nonostante fosse inizialmente scettico sull’uso dell’AI per motivi filosofici.
Il suo contributo è stato fondamentale: ha scritto i prompt e impostato i pesi per umanizzare le risposte generate dall’AI, portandole a un livello straordinario di qualità. Questo risultato deriva dalla combinazione di un approccio culturale, psicologico e sociale unico, che mette l’umano al centro e riduce la percezione di artificialità. È proprio questa umanizzazione che distingue Rebyū nel panorama della gestione delle recensioni.
Un altro aspetto fondamentale e che rende unic Rebyū è l’onboarding, che è stato progettato per essere semplice e intuitivo. Gli utenti iniziano rispondendo a una serie di domande per effettuare un pre-training del modello, che si basa su milioni di combinazioni di variabili per generare risposte personalizzate. Tuttavia, il primo passo fondamentale è comprendere e integrare il tono di voce aziendale, adattandolo non solo alla personalità del brand, ma anche alle differenze culturali e linguistiche dei clienti internazionali. Il processo di addestramento del modello parte con l’analisi di informazioni chiave: manuali del brand, recensioni precedenti, semantica del sito web e altri documenti utili. Questo aiuta non solo a definire il tone of voice, ma anche a identificare eventuali discrepanze tra i punti di forza percepiti dalla proprietà e quelli effettivamente valorizzati dai clienti. Una volta raccolti i dati, il modello viene addestrato in modo industrializzato, rendendo il processo rapido e scalabile.
Dopo circa due settimane, il modello inizia a generare risposte, e un esperto di Rebyū interviene per verificare l’accuratezza e ampliare le informazioni, se necessario. Ad esempio, può emergere che più persone gestiscono le risposte alle recensioni con stili diversi: il marketing manager e il revenue manager potrebbero utilizzare approcci distinti, come saluti unici o formule specifiche (es. “Ad Maiora”). Questi dettagli vengono integrati per rendere le risposte ancora più personalizzate e fedeli allo stile del team. Infine, il modello si collega ai canali del cliente tramite un token, iniziando a operare in modo completamente autonomo. Ad oggi, oltre il 95% delle risposte generate è approvato senza alcuna modifica, dimostrando l’efficacia e la precisione del sistema.
Un aspetto cruciale del successo di Rebyū riguarda lo sviluppo su altre linqui, non riguarda solo la traduzione, ma anche la comprensione e l’adattamento alle sfumature linguistiche e culturali. Un esempio illuminante è quello della Korean Airlines negli anni ’90, all’epoca la compagnia aerea con il più alto numero di incidenti. Nonostante aerei impeccabili, staff altamente qualificato e protocolli perfetti, il problema risiedeva nella comunicazione: la lingua coreana, con i suoi 8-9 gradi di cortesia, rendeva quasi impossibile per un copilota segnalare un errore al pilota senza infrangere l’etichetta linguistica. Questo causava una catena di errori non corretti, spesso fatale. La soluzione che trovarono, fu rendere obbligatorio l’uso dell’inglese, una lingua priva di tali livelli di cortesia, per tutte le conversazioni in cabina e con la torre di controllo. Questo cambiamento dimostra che non basta tradurre un messaggio in un’altra lingua; è necessario considerare le sfumature culturali per garantire la chiarezza e, in alcuni casi, la sicurezza.
Traslando questo concetto al mondo delle recensioni, Rebyū non si limita a tradurre il tone of voice aziendale, ma valuta come adattarlo per rispettare e comunicare efficacemente in lingue e culture diverse. Questo può includere la necessità di modificare il tono aziendale per renderlo più inclusivo o appropriato, senza perdere l’essenza del brand. È un aspetto complesso, ma fondamentale per garantire che la comunicazione rimanga autentica e, allo stesso tempo, efficace su scala globale.
per più info: https://www.rebyu.ai/
Per la rubrica 4 domande a razzo:
🏆 Miglior consiglio che ti hanno dato: “Fare ogni cosa con la stessa attenzione di un ladro d’appartamenti” Cioè pensa il lavoro del ladro di appartamenti che si muove maniera delicata e attenta. Perché poi tendiamo molto spesso a fare le cose in sovrappensiero. Quindi senza dargli la giusta attenzione che la cosa merita.
📚Libro che stai leggendo: “Le meditazioni di Marco Aurelio” Se si pensa che questo era un diario scritto soltanto per se stesso, in quel momento storico era l’uomo più potente dell’universo, sostanzialmente, che scriveva degli appunti a se stesso, che non erano assolutamente pensati per essere mai pubblicati.
🚀 La caratteristica che dovrebbe avere un CEO: Ecco, voglio dire piuttosto una caratteristica che un che non CEO non dovrebbe avere a mio avviso ed è “l’ego” io credo che questo sia veramente un problema in quanto l’Ego fa sí che si mettano in avanti gli interessi della persona e non dell’azienda.
💡La tua frase ispirazionale: “Il mio maestro mi insegnò come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunino” che è un passaggio molto bello di una canzone di Franco Battiato che si intitola Prospettiva Nevski. Una frase particolarmente importante, soprattutto quando ci troviamo in situazioni particolarmente complesse che sprona a trovare il meglio in situazioni di difficoltà.
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Guarda il video del podcast
- Simone Puorto | CEO Rebyū
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