#102 Il Valore del Software Italiano

Descrizione

Quella di oggi è una puntata speciale perché si parla di software, ma non solo in chiave tecnica: si esplora anche il suo valore strategico in Italia, il confronto con l’Europa e il ruolo che gioca nel contesto dell’innovazione digitale. A guidarci in questa riflessione è Roberto Bellini, Direttore Generale di Assosoftware, l’associazione che da più di trent’anni rappresenta i produttori italiani di software all’interno di Confindustria. Un’associazione che, pur muovendosi su piani istituzionali, ha un’anima molto concreta, fatta di servizi, supporto tecnico e dialogo continuo con le aziende del settore.

Assosoftware ha infatti una doppia missione: da un lato, quella classica e sindacale di rappresentanza delle imprese nei tavoli politici; dall’altro, una più operativa, di supporto tecnico e strategico per aziende – spesso medio-piccole – che non sempre hanno risorse o forza contrattuale per ottenere strumenti e soluzioni su misura. L’associazione si pone quindi come intermediario tra il mondo produttivo del software e quello delle grandi piattaforme, fornendo componenti, specifiche, accordi quadro, ma anche interpretazioni normative e aggiornamenti tecnici.

Il comparto software cresce a doppia cifra da anni e si conferma uno dei più vivaci dal punto di vista economico. Ma, nonostante questo, l’Italia resta indietro sia sul piano delle competenze digitali che su quello dell’innovazione. Secondo i dati dell’OCSE, l’Italia è al 28° posto nella classifica dei Paesi più innovativi, e i numeri europei – come l’indice DESI – ci vedono agli ultimi posti per specializzazione ICT, numero di laureati in materie STEM e diffusione di competenze digitali.

Il confronto con i principali competitor europei è da lente di ingrandimento. In Italia si contano circa 26.000 imprese legate al mondo del software, un numero che può sembrare importante, ma che impallidisce se paragonato a quello della Germania (che ne ha il doppio) o della Francia (che ne ha il triplo). Questo squilibrio è ancora più evidente se rapportato al numero complessivo di imprese presenti nei rispettivi Paesi: l’Italia ha un’enorme platea di imprese – circa 5 milioni di partite IVA – che però non riceve un adeguato supporto digitale, proprio perché la “potenza di fuoco” delle nostre software house è molto inferiore.

A frenare questa crescita non è solo la mancanza di investimenti o incentivi pubblici, ma soprattutto un problema culturale profondo. In Italia, il software è spesso percepito come un costo e non come un fattore strategico. Roberto Bellini racconta un aneddoto significativo: in molte aziende, si spende più in pulizia dei locali che in soluzioni software, nonostante queste ultime siano spesso il cuore dell’operatività aziendale. Questo atteggiamento si riflette poi anche nella politica, dove il settore tech non riceve ancora la giusta attenzione, nonostante rappresenti il motore di innovazione per l’intero sistema economico.

Ma l’Italia non è solo ritardi: ci sono anche segnali importanti di avanzamento. Un esempio concreto è la creazione del primo Codice di Condotta sul ciclo di vita del software, approvato in collaborazione con il Garante della Privacy. È un risultato storico, unico in Europa, che ha richiesto tre anni di lavoro e coinvolto direttamente le imprese associate. Il codice parte dallo sviluppo del software, introducendo best practice da seguire per assicurare la conformità alle normative privacy, e copre l’intero ciclo di vita del prodotto, fino alla gestione dei dati durante l’assistenza.

A rafforzare l’efficacia del codice, è in via di costituzione un organismo di monitoraggio indipendente che avrà il compito di verificare l’adesione delle aziende, supportarle e prevenire eventuali problematiche, offrendo così una doppia tutela: alle imprese, che ottengono una sorta di bollino di conformità, e agli utenti finali, che potranno fidarsi della qualità e trasparenza del software che utilizzano. Il codice, inoltre, è già pensato per evolversi in linea con i grandi cambiamenti in arrivo, in particolare sul fronte dell’intelligenza artificiale e della cybersicurezza.

La chiusura di questa puntata lascia spazio a una riflessione importante: serve un cambio di passo, che non può più essere rimandato. Le imprese italiane hanno tutte le potenzialità per emergere, ma hanno bisogno di un ecosistema che sappia riconoscere il valore del software non solo come strumento tecnico, ma come leva economica, culturale e strategica. E Assosoftware, con il lavoro quotidiano che svolge in prima linea, è una delle realtà che più concretamente sta cercando di trasformare questa visione in realtà.

 

Per piú info: www.softwareitaliani.com

 

Per la rubrica 4 domande a razzo:

 

🏆 Miglior consiglio che ti hanno dato: non seguire nessun consiglio” almeno all’inizio, non deve ascoltare nessuno, solo la propria passione. Poi, quando ha sviluppato l’idea del prodotto e ha già le mani in pasta, allora a quel punto deve occuparsi soprattutto di promuovere il prodotto.

📚Libro che stai leggendo: “Oltre l’Invisibile” un libro dell’amico Federico Faggin. Il Libro è un viaggio incredibile tra coscienza e intelligenza artificiale. Secondo me è un libro che in questo periodo tutti dovrebbero leggere.

 

🚀 La caratteristica che dovrebbe avere un CEO: Valorizzare i propri collaboratori”. Dovrebbe essere la qualità maggiore di tutti i grandi imprenditori è quella di valorizzare i propri collaboratori. Perché un’impresa non è un’impresa se all’interno non ha dei validi collaboratori. E per tenere i validi collaboratori, lo sappiamo bene, con la fuga dei cervelli, bisogna valorizzarli e dare una grande attenzione al loro lavoro, alla loro attività.

💡La tua frase ispirazionale: “Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo” frase detta da Henry Ford. un grande imprenditore, ma uno che anche ha inventato la filiera dell’automotive, che quindi è fatta di tanti pezzi messi insieme. Mette proprio tutti gli ingredienti che servono per creare una relazione di business che funzioni.

#software #SaaS #madeinitalytech #ceo #founders #successo #imprenditore #tecnologia #italia #tech #AI

 

Leggi tutto

Guarda il video del podcast

Play Video
Nata nel 1994, è l’Associazione italiana produttori software, che riunisce, rappresenta e tutela le aziende dell’Information Technology che realizzano software per imprese, intermediari e Pubblica Amministrazione. Il settore del software genera un fatturato globale di 62,8 miliardi di euro.
Community

Entra nella Community di Software Italiani

Unisciti alla nostra community e diventa parte dell’innovazione Made in Italy! Iscriviti ora per accedere a risorse esclusive, eventi speciali e connetterti con altri professionisti del settore.

Newsletter